martedì 18 novembre 2014

"Meteotron", il macchinario dei nubifragi artificiali

All'origine delle celle autorigeneranti gli studi del professor Henri Dessens

Siamo sul finire degli anni 50 del XX secolo. Fisici di ventidue Paesi assistono agli straordinari esperimenti eseguiti in Francia con il «meteotron» del professor Dessens. Dai cento bruciatori del «meteotron», piantati come pali sul circuito di un esagono regolare, cento fiamme scaturiscono contemporaneamente, al segnale dello scienziato d'oltralpe. Bastano trenta secondi affinché all’interno di questo esagono di 3200 metri quadrati i pali si trasformino in un braciere.

La rivista "Popular Science" riporta gli studi del professor Henri Dessens, sul n° 181 del febbraio 1964. Il titolo è "Meteotron: scatenare un temporale" e vi leggiamo:

"Il problema con l’inseminazione delle nubi con prodotti chimici è che bisogna avere le nuvole. Henri Dessens, meteorologo francese, riesce ad averne di nuove creandole con il calore. Usando un quadrato di 122 metri per 122 metri di bruciatori di petrolio che egli chiama «meteotron», mette in moto una rombante fornace che spinge una colonna d’aria calda nell’atmosfera dove si raffredda, condensa ed in quindici minuti diventa così pesante di gocce d’acqua da scatenare una pioggia di diverse ore.

Il "meteotron", afferma Dessens, può anche scatenare venti, disperdere la nebbia, prevenire le gelate notturne ed occasionalmente, in modo fino ad ora imprevedibile, creare un tornado. L’intento principale adesso, è quello di usare il potere scatenato del "meteotron" per controllare la pioggia e la grandine, ripulire l’aria dall’inquinamento, dissipare le fuoriuscite radioattive ed aiutare la ricerca meteorologica.

«Io non fabbrico pioggia...». Il professor Dessens non vuole che lo si confonda con quegli specialisti di pioggia provocata che sono così numerosi negli Stati Uniti. Egli infatti non si accontenta di «seminare le nubi», bensì le crea".



L'esperimento con il "Meteotron" è anche riportato con maggiori particolari su altre testate specializzate dell'epoca. Anche i Sovietici lavorano ad un'apparecchiatura atta a generare precipitazioni. La loro è un'evoluzione del "Meteotron" francese. Infatti i Russi impiegano turboreattori per aereo modificati all'uopo. Gli esperti russi, sfruttando gli stessi principi su cui si basa l'invenzione del fisico Henri Dessens, intendono realizzare uno strumento per generare piogge. Nei loro obiettivi l'apparato deve essere non solo più potente, ma anche più facilmente trasportabile e già operativo una volta dislocato ove necessario. E' il 1968: nasce il Meteotron sovietico, al quale segue il semovente TMC-65, del quale abbiamo già discusso in altre occasioni e che la disinformazione di Stato si è affrettata a definire un innocuo sistema atto a disinfestare le aree paludose!

Qui il documento ed una sommaria traduzione di seguito:

Sopra l'immagine: "Come hanno dimostrato le esperienze del periodo aereo 66-69, i flussi dell'aria calda ascendente creati dai modelli delle installazioni, sono quasi invisibili, se non fosse per il tremolio degli oggetti che si osservano attraverso i flussi".

Subito sotto il disegno: "Modello del Meteotron, costituito da quattro turboreattori".

Il modello del Meteotron costituito da 4 turboreattori "rd-zm" fu congegnato da un gruppo di tecnici del laboratorio di Riga, guidato dall'ingegner Pojarnov, basandosi sulle indicazioni tecniche dell'Istituto di geofisica applicata. L'apparecchiatura fu sperimentata a Riga, tra il 1965 ed il 1966.



Altro uso inaspettato del «meteotron» è quella di «guida-fulmini». Operando con tempo sereno, il professor Dessens ed i suoi collaboratori osservano più di una volta che ottengono non soltanto dei cumulonembi piovosi, ma anche delle vere e proprie trombe di grandine, dal diametro di una dozzina di metri, che uniscono la nuvola al suolo come un immenso pilastro attorcigliato. Con l'uragano, nell’asse fortemente ionizzato della tromba, si producono violente scariche di elettricità.

Anche il Pentagono si mostra subito molto interessato al «meteotron» e, nonostante il professor Dessens auspichi un impiego civile e benevolo della sua invenzione, così non è stato, evidentemente. Lo abbiamo potuto verificare in questo ultimo ventennio di guerra climatica.

Ma vediamo come funzionano il Meteotron ed ordigni simili...

Due sono dunque le condizioni perché si possa formare una nuvola:

a) Una corrente ascendente d’aria calda che trasporti il vapore acqueo verso le quote in cui essa si condensa in goccioline.
b) Un’atmosfera carica di «trappole a molecole»... vale a dire, in termini scientifici, di «nuclei di condensazione».

Di queste due condizioni, la prima è la più importante: una corrente d’aria calda. Il calore in sé stesso comunque non conta. Ciò che importa è il riscaldamento differenziale, detto anche riscaldamento di una zona limitata al di sopra della quale si produce un vero e proprio «tiraggio» come in un camino. I cento bruciatori del «meteotron» che sviluppano una potenza termica di 700.000 kilowatts oppure i turboreattori modificati nel «meteotron» d'"oltre cortina" non hanno difficoltà nel creare un camino stabile per veicolare le correnti ascendenti, senza contare che le faville e le polveri sprigionate dal fumo costituiscono delle eccellenti «trappole a molecole».

A questo punto le famigerate "celle autorigeneranti" sbandierate dai meteorologi di regime (eventi impossibili a verificarsi per le leggi della fisica) e le ancora più anomale V-Shaped, i boati ed i fulmini a ciel sereno, assumono una nuova ed inquietante luce, se consideriamo che questi fenomeni, con assoluta certezza, sono il risultato dell'evoluzione del «meteotron». Non solo! Due testimoni che, per ragioni di sicurezza non intendono palesare la propria identità, ci riferiscono che già trent'anni or sono ebbero l'occasione di assistere, nel Golfo di Genova, allla creazione di una nube temporalesca, proprio per mezzo del «meteotron» o di una sua evoluzione tecnica basata sugli studi dei Sovietici. Il "TMC-65" o "Meteotron" o come diavolo intendiamo chiamarlo, è dunque inconfutabile realtà, come dimostrato dai documenti reperiti e che qui abbiamo pubblicato.



Sarà un caso se nell'accordo Italia-U.S.A., definito "Piano dettaglio accordo Italia U.S.A. sul clima", firmato dall'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a pagina 38 si legge:

Esperimenti di manipolazione degli ecosistemi terrestri

1. lo sviluppo di nuovi sistemi per la realizzazione di esperimenti di manipolazione dell'ecosistema che permettano di esporre la vegetazione a condizioni ambientali simili a quelle attese in scenari di cambiamento globale;

2. lo studio, l'analisi e la comprensione dei principali meccanismi di risposta della vegetazione e degli ecosistemi mediterranei ai diversi fattori di cambiamento (temperatura, precipitazioni ed aumento della concentrazione di CO2 atmosferica);

3. la quantificazione degli effetti complessivi del cambiamento sulla produttività e sulla vulnerabilità degli ecosistemi (fertilizzazione da CO2, variazione della disponibilità idrica ed aumento di temperatura).

Sarà un caso se tra i partecipanti c'è il C.N.R. e sarà sempre un caso se sempre il C.N.R. bandisce concorsi alla ricerca di geologi per studi e ricerche sulla "geoingegneria"? Eppure... secondo Wikipedia Italia la geoingegneria è solo tema da "complottisti"...

Benvenuti nel paese delle meraviglie!


Ringraziamo gli amici Corrado Penna e Fabio Servidei per le traduzioni dei documenti inclusi in questo articolo.

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Le nubi che non ci sono più

La guerra climatica in pillole

Per una maggiore comprensione dei fenomeni legati alla guerra ambientale in corso, abbiamo realizzato l'Atlante dei cieli chimici.

NOTA: Le condizioni meteo e le attività di aerosol clandestine sono previste in base alle informazioni indirettamente fornite dal Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare. Dati a loro volta incrociati con le previsioni fornite dai portali meteo che sono debitamente informati delle operazioni di geoingegneria clandestina sul territorio italiano ad opera dei militari.

4 commenti:

  1. In questi eventi non v'è nulla di naturale, tanto che anche l'INFN (Istituto Nazionale Fisica Nucleare), per voce di un suo esponente di spicco, tale Stefano Marcellini, si impegna con alacrità, frequentando la cricca di Task Force Butler (Federico De Massis), nel negare ogni correlazione con la guerra climatica attraverso il dileggio e la diffamazione. Ovviamente i dirigenti sono stati informati e vediamo che cosa fanno...

    http://www.infn.it/index.php?lang=it

    Stefano Marcellini alias smarcell1961 alias Helter Skelter
    http://www.bo.infn.it/opal/experiment/people/marcellini.html

    Chissà quali interessi hanno questi enti nel nascondere al popolo la geoingegneria clandestina...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Soldi, sporchi di sangue, se vogliamo chiamarlo interesse.

      Elimina
  2. sentendo Obama sbandierare il problema climatico mi preoccupo ancora di piu'. accellerazione ???

    RispondiElimina

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